Serve una grande lega di chi sa fare, nella quale si scambino valori, merci e idee, dove ”essere” equivalga ad ”avere”, in una perfetta sovrapposizione formale e sostanziale.
Un’economia che torni a essere reale. Libera ma fatta di persone, per le persone, in cui i prodotti e i servizi siano considerati “beni” solo se producono sostenibilità.
Il minor impatto ecologico e sociale diventi parte della formazione del prezzo e dell’imposizione fiscale; alcune pratiche vengano definitivamente vietate e abbandonate al tempo passato, trascorso a volte inutilmente, altre dannosamente.
La tutela dell’ambiente, la salute e la libertà individuale, sono beni che non possono essere messi a rischio da uno “sviluppo” insostenibile.
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